"La scuola cattolica costituisce una realtà preziosa per l’intera società, soprattutto per il servizio educativo che svolge, in collaborazione con le famiglie, ed è bene che ne sia riconosciuto il ruolo in modo appropriato".
Papa Francesco, Udienza 15 maggio 2013
Gent.mi tutti,
condivido con Voi questo articolo che mi pare interessante poichè attraverso il pensiero del nostro Papa Francesco, apre alla libertà di scelta educativa e al pluralismo educativo nuove prospettive interessanti.
Libertà di educare secondo Papa Francesco di Gianfranco Amato 03-04-2013
Prosegue l'approfondimento della Nuova Bussola Quotidiana sulla libertà d'educazione in vista del referendum "pilota" del 26 maggio a Bologna, contro le scuole paritarie. Il giudizio del Papa, espresso in questi anni da Buenos Aires, non ammette dubbi: lo Stato e le autorità pubbliche «devono sostenere le scuole cattoliche, la cui identità culturale si radica in Gesù Cristo», e favorire «la loro profetica opzione educativa».
Cosa pensasse il Cardinal Bergoglio, Primate d’Argentina, e I suoi confratelli dell’America Latina della libertà d’educazione, è facilmente rinvenibile in quel mirabile documento conclusivo della V Assemblea Generale della CEAL, tenutasi ad Aparecida nel maggio del 2007. Per i presuli latino americani, infatti, «costituisce una responsabilità specifica della scuola, in quanto istituzione educativa, quella di porre in risalto la dimensione etica e religiosa della cultura, proprio al fine di attivare il dinamismo spirituale dell’individuo e aiutarlo a raggiungere la libertà morale che presuppone e perfeziona la psicologia», tenendo, però, conto che «non vi è libertà morale se non in rapporto ai valori assoluti da cui dipende il sentimento ed il valore della vita umana».
Ciò che occorre evitare nell’ambito dell’educaziene è quella deleteria «tendenza ad assumere l’attualità come parametro di valori», tendenza che «rischia di dar voce ad aspirazioni transitorie e superficiali, e di far perdere di vista le esigenze più profonde del mondo contemporaneo». Bergoglio, infatti, ha un’idea ben precisa di cosa significhi educare: «L’educazione rende umano e personalizza l’individuo nella misura in cui gli consente di sviluppare pienamente il suo pensiero e la sua libertà, di crescere nell’ambito della comprensione e nelle iniziative di comunione con la totalità dell’ordine reale. In questo modo, l’individuo rende umano il mondo in cui opera, produce cultura, trasforma la società e costrire la storia».
Sempre per lo stesso Bergoglio «la libertà di educazione è un principio irrinunciabile per la Chiesa», principio che «implica, come condizione per una sua autentica realizzazione, la piena facoltà di scelta in favore di chiunque intenda optare per una formazione più consona ai principi e valori etici che vengono ritenuti fondamentali». Sono, infatti, «i genitori che assumono la responsabilità di offrire ai propri figli, per il solo fatto di averli procreati, le condizioni più favorevoli per la loro crescita e la loro educazione», e per questo «la società ha l’obbligo di riconoscerli come primi e principali educatori».
Quello che spetta ai genitori nel campo dell’educazione è un «diritto non trasferibile», che «proprio per il suo significato e il suo scopo deve essere fermamente garantito dallo Stato», anche «attraverso finanziamenti pubblici – che derivano dalle entrate erariali di tutti – in modo da essere assicurata a ogni genitore, indipendentemente dalle proprie condizioni sociali, la scelta educativa che reputa migliore secondo la propria coscienza, all’interno di una pluralità di offerte formative».
«Questo», infatti «è il fondamento giuridico su cui si basa la sovvenzione pubblica alle scuole», poiché «nessuna autorità scolastica, neppure lo stesso Stato, può arrogarsi il privilegio e l’esclusiva della funzione educativa per gli indigenti», e poiché «solo attraverso la libertà educativa si possono davvero promuovere i diritti naturali dell’uomo, garantire una pacifica convivenza tra i cittadini e il progresso di tutti».
Secondo l’allora Cardinale di Buenos Aires, quindi, lo Stato e le autorità pubbliche «devono sostenere le scuole cattoliche, la cui identità culturale si radica in Gesù Cristo», e favorire «la loro profetica opzione educativa».
Nasce http://www.lachiesaperlascuola.it/, il sito della CEI per prepararsi all'evento del 10 maggio in cui il mondo della scuola incontrerà Papa Francesco
Di Redazione Zenit
ROMA, 26 Gennaio 2014 (Zenit.org) - In vista del grande appuntamento del prossimo 10 maggio, che vedrà tutto il mondo della scuola riunirisi in piazza San Pietro con Papa Francesco, nasce il nuovo sito http://www.lachiesaperlascuola.it/, predisposto dalla Conferenza Episcopale italiana quale spazio per prepararsi all'evento.
La grafica del sito - riferisce l'agenzia Sir - è quella di una cartina della metro, con le fermate marcate da linee colorate che s’intrecciano attraverso sette parole chiave - autonomia e sussidiarietà, educazione, alleanza educativa, insegnanti, generazioni e futuro, comunità, umanesimo - che fungono quasi da “bussola” per la scuola. Ad arricchire il portale, poi, materiali di approfondimento, iniziative sul territorio e indicazioni pratiche per la manifestazione di maggio, in cui il variegato “popolo della scuola” sarà accolto dal Papa.
Ad animare quest'ultima, la convinzione della necessità di “difendere e promuovere la scuola, a cui - anche al tempo della crisi economica - è legata la salute pubblica e la stessa democrazia”. E non c'è "testimone migliore" di Papa Francesco "per assicurare a tutti che la Chiesa intende promuovere la scuola per il bene di tutti, a favore di ciascuno", scrive mons. Nunzio Galantino, segretario generale ad interim della CEI nel messaggio-invito sul nuovo portale.
“Non possiamo fare finta di niente”, sottolinea il presule nella nota ripresa dal Sir. “Va inquadrato nel contesto del decennio sull’educazione e centrato su un’idea concreta di bene comune” e richiede di “ritessere i fili della scuola, cioè quello delle generazioni (docenti e discenti), quello delle agenzie educative (scuola, famiglia, Chiesa), quello, infine, delle dinamiche sociali (scuola e lavoro)”.
“Se educare è possibile e necessario se coltivare l’umano viene prima del profitto, se la scuola è la frontiera della socializzazione, non possiamo far finta di niente”, aggiunge Galantino, ricordando che “la Chiesa storicamente ha sempre avvertito l’urgenza di star dentro a questo mondo perché sa per esperienza che solo persone libere e critiche possono dar seguito a una società giusta e aperta”. "Prendersi cura della scuola" è dunque, secondo il vescovo, "un impegno e insieme una opportunità”: “Solo ripartendo da questa attenzione al percorso di ciascuna ragazza e di ciascun ragazzo - afferma - si realizzerà una comunità all’altezza delle sfide che l’epoca presente pone con incalzante velocità”. “Siamo dentro un processo di grandi trasformazioni che la scuola non può subire - conclude il segretario CEI - è questo il motivo per cui la scuola deve 'rinnovarsi e rimotivarsi'”.
A fargli ecomons. Domenico Pompili, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, il quale, nel video di presentazione dell’iniziativa, afferma: "Tutti quelli che pensano che oggi, ancor prima della logica del profitto, sia importante riattivare la logica della crescita della persona, si ritroveranno a Roma, e sarà una grande festa”.